Un passo avanti e due indietro: il Palafiori alla Sinfonica, trovata di alcuni fenomeni della politica sanremese?

di Illy Masper


SANREMO. Le parole del Sindaco, a proposito della Fondazione Sinfonica che si è assunta il pesante onere della gestione del Palafiori, saranno anche confortevoli, ma di fatto non hanno risolto alcun problema se non aggravare una situazione già di per sé preoccupante sul piano gestionale.

Che un Consiglio Comunale abbia confermato questa linea senza quasi battere ciglio, dimostra che non è stato in grado di affrontare il problema nella sua globalità e quindi é più semplice approvare, piuttosto che controbattere o almeno tentare di dimostrare cause ed effetti di un piano alquanto folle. Anche perché é evidente che nessuno si era preoccupato di andare a vedere bilanci e programmazioni passate e progetti futuri, tra l’altro inesistenti. Aggravare la situazione della Fondazione caricandola di un peso enorme, come la gestione di quel fatiscente Palafiori, è il danno peggiore che si possa immaginare.

E non tanto per l’affidamento in sé, quanto perché il Palafiori nell’anno rende talmente poco e costa talmente tanto la sua gestione che di utili ne ricaveranno ben pochi, ma debiti tanti. Questo problema non è emerso, perché a nessuno interessa veramente la vita dell’Orchestra e molto poco quella del Palafiori, anzi qualcuno pensa che questo possa essere il sistema più veloce per arrivare al funerale di un doppio organismo: Orchestra e Palafiori. Chi ha pensato di rilanciare l’Orchestra puntando ad un Palafiori colabrodo è un ingenuo o uno sprovveduto, per cui c’è veramente poco da gioire e non certo da “stare tranquilli” – come dice il Sindaco.

Anche perché chi porterà avanti questo discorso si carica di un peso che gli si potrebbe ritorcere contro, vedi l’esempio dell’ex presidente Maurizio Caridi finito con un avviso di garanzia. Sono tutte idee belle, quelle di certi politici, fantasiose, che riempiono le bocca, poi però si scontrano con la concretezza delle problematiche, perché stiamo parlando di un Comune che non ha fondi e senza quelli tutto il resto diventano solo parole al vento: il Palafiori è un debito, non un credito da esigere, ed è anche tutto da rimettere a norma quindi occorrono un sacco di soldi, almeno 200 mila euro, questo lo sa il Consiglio Comunale? Unica fonte certa di guadagno del Palafiori è quella di Vincenzo Russolillo con la sua Casa Sanremo: vedano di capirlo anche i detrattori di quell’organizzatore che non godrà di simpatie popolari, ma è l’unico che porta denaro fresco alla povere casse di Alberto Biancheri and company (la fotografia è di sanremonews.it).