Intervista a Ettore Guazzoni, presidente della Croce Rossa di Sanremo: “Adesso noi abbiamo bisogno di voi”.
di Tiziana Pavone
Il neo eletto Presidente della Croce Rossa di Sanremo, l’avvocato Ettore Guazzoni, raggiunto al telefono ci dice: “I casi aumentano. Anche noi a rischio come medici e infermieri. Aiutateci!” L’intervista mette a nudo un’altra emergenza: quella del primo soccorso.
Sulle reti televisive nazionali viene promossa giornalmente la raccolta fondi della Protezione Civile. Perché farne un’altra, tutta vostra, a livello locale?
La raccolta fondi nasce esclusivamente per il fatto che il Comitato della Croce Rossa di Sanremo ha messo a disposizione del 118 e Asl un’ambulanza dedicata agli interventi per il COVID-19. Questo servizio è stato attivato su richiesta 24 ore su 24 quindi noi abbiamo la reperibilità di tutti i volontari e dipendenti, disponibili in tutte le ore del giorno e della notte.
Cosa cambia rispetto a un normale servizio?
Cambia molto. In termini di sicurezza dell’equipaggio e di attrezzature. Questo servizio speciale comporta l’utilizzo di specifici materiali. Alcuni di questi sono kit che vengono forniti dal 118. Ma, per mettere in sicurezza gli operatori, altri kit sono comprati direttamente dal comitato della Croce Rossa di Sanremo. Per lavorare in sicurezza non c’è bisogno solo della protezione dei soccorritori. Ogni volta che l’ambulanza dedicata fa un intervento, al rientro deve essere sanificata con un apparecchio apposito. Purtroppo a differenza di altre strutture ospedaliere, la sanificazione viene fatta non all’interno della struttura sanitaria ma all’interno del nostro comitato. Quindi, questa raccolta nasce perché abbiamo dovuto assolutamente acquistare dei materiali. Tra i primi, una nuova macchina per sanificare, costata parecchie migliaia di euro e che deve essere consegnata nei primi giorni della settimana prossima. Se quella già in dotazione si guastasse, in questo momento noi saremmo costretti a interrompere il servizio alla popolazione. Devo dire che, non appena partita la raccolta fondi, abbiamo ricevuto le prime risposte di solidarietà e adesso questa spesa è stata coperta. Ma oltre a questo, abbiamo altre spese. La Croce Rossa nazionale ha coinvolto tutti i comitati locali, nel nuovo servizio di Spesa a Domicilio, per consegnare generi alimentari di prima necessità e farmaci a quelle persone che ne hanno bisogno, come anziani e immunodepressi. Noi lo facciamo a titolo gratuito, ma l’attivazione di questo servizio, per il quale ci siamo interfacciati anche con l’Assessore ai Servizi Sociali di Sanremo, comporta altri esborsi. Per esempio, ci sono i costi di trasferta. Questi soldi ci permettono di svolgere questo servizio ventiquattr’ore su ventiquattro nell’interesse della nostra popolazione. In questo momento ci stiamo gestendo su tutto. Per fare questi interventi servono mascherine, che purtroppo sono introvabili. Fortunatamente abbiamo ciò che serve in magazzino, e una nuova scorta siamo riusciti a ordinarla.
Queste mascherine non fanno parte del kit fornito dal 118?
No. Il kit è in una busta sigillata, monouso ed è composto dalla famosa tuta bianca con il cappuccio, gli occhiali, il copri scarpe, le mascherine FFP2. Tutto quello che c’è nel kit si indossa una volta sola e poi si butta via. Per questo io non posso non salvaguardare la tutela e la salute del mio comitato. Oltretutto, la maggior parte delle persone che intervengono sono dei volontari. Le mascherine FFP2, comprate a grossi numeri, comportano grosse cifre. Vi garantisco che per mettere in sicurezza gli operatori, gli sforzi sono notevoli. Non bisogna mai dimenticare che l’aspetto più delicato é la svestizione. Il kit di protezione, otto volte su dieci è palesemente contaminato. Abbiamo istituito una tenda specifica per la svestizione dei militi che intervengono sull’emergenza. Lì ci sono appositi contenitori per lo smaltimento dei rifiuti. Noi dobbiamo acquistare anche questi contenitori e tutti i sanificanti, che sono quei prodotti liquidi in gel tanto pubblicizzati dedicati alla disinfezione della persona, ai volanti delle ambulanze, ecc. La raccolta fondi è importantissima per coprire tutti questi aspetti. Nella speranza che passi in fretta questa emergenza. Perché è vero che noi siamo in un oasi felice, ma i casi qui a Sanremo rispetto alla settimana scorsa sono aumentati in modo esponenziale.
Se mi permette, io veramente inviterei tutti a seguire con grande accuratezza quelle che sono le disposizioni che ci vengono date dei nostri Ministeri. Meno contatti abbiamo e meglio è. Se usciamo da casa, bisogna seguire maggiormente l’igiene personale, soprattutto di mani. Non dovete toccarvi il viso prima di averle lavate. Sono informazioni che ripetiamo da tanti giorni, ormai. Sappiate anche che noi non siamo degli eroi e di questo ne siamo consapevoli. Abbiamo paura ogni qualvolta usciamo per fare un servizio. Cerchiamo di vincere la paura nell’interesse della popolazione così come fanno tutti gli altri comitati.
Questa raccolta fondi ci mette in condizione di poter sopportare tutte le spese vive nel Comitato e le garantisco che sono tante. Ringrazio anticipatamente tutte le persone che ci sosterranno.
Quindi non c’è un coordinamento nella gestione fondi, con la Protezione civile?
Assolutamente no. Dalla Protezione civile a noi non arriva nulla. Arriva col contagocce qualche materiale dal nostro comitato regionale, tramite il comitato nazionale. Parlo delle famose mascherine chirurgiche e di qualche mascherina FFP2 centellinata.
È assurdo! Voi siete in trincea e avete per primi il contatto diretto con il malato.
Si. Assurdo. Ed è per questo che abbiamo creato questa raccolta fondi: perché nel momento in cui ci finisce il materiale che abbiamo, noi siamo bloccati. Io non posso più fare intervenire i militi senza le dovute precauzioni e protezioni. Ovviamente Croce Rossa nazionale smista su tutto il territorio nazionale; i vari comitati regionali smistano poi nei loro territori di competenza ma qui le cose arrivano davvero col contagocce.
Purtroppo la situazione che viviamo noi la vivono pure i sanitari, entrando nei reparti dedicati e nei pronto soccorsi la situazione è tragica per tutti. Loro sono ancora più esposti di noi. Anche se l’altro giorno è deceduto un volontario della Croce Rossa della provincia di Ancona. I ragazzi devono uscire in massima sicurezza: serve anche psicologicamente, per non abbassare il morale. Tutti abbiamo paura ma facciamo finta di non averne mai perché mettiamo al primo posto la vita della persona che ha bisogno di noi.
Lei, in carica come nuovo Presidente della Croce Rossa di Sanremo, non ha fatto in tempo a lustrare la scrivania, che si è trovato davanti a questa emergenza. Cosa prova in questi giorni? Su chi può contare?
Vero. Ho avuto un bel battesimo se vogliamo sdrammatizzare. Però nella sfortuna, ho la fortuna di poter accantonare la mia attività professionale, per via dei decreti ministeriali. Questo mi permette di dedicare molto tempo al comitato, che in emergenza continua, deve supportare il dipendente, il volontario, creare i turni e garantirli nelle successive 24 ore, senza interruzioni. La settimana scorsa mi è stato chiesto un trasferimento urgente tra Milano e Bergamo e in un quarto d’ora abbiamo organizzato l’equipaggio, partito bardato e protetto per 700 Km. Ovviamente, tornato indietro psicologicamente provato. Quando indossi il kit non puoi toglierlo fino a quando non finisci il servizio. Immaginatevi chi lavora nei reparti 12 ore al giorno: sono medici, infermieri e operatori. È una situazione molto particolare. Assolutamente da non sottovalutare.
La mia giornata inizia molto presto la mattina, piena di pensieri. Il mio lavoro è continuo e supportato da collaboratori molto validi che affrontano l’emergenza con una certa vocazione e con molta praticità. Magazzino, approvvigionamento e acquisti sono sempre sotto controllo. Io dedico tutta la giornata al comitato proprio perché siamo in una situazione emergenziale affatto semplice. La mia fortuna è quella di avere intorno collaboratori validissimi, volontari e dipendenti che sono delle persone splendide e si sono messo subito a disposizione senza nulla obiettare. Io li ringrazio. E per la loro incolumità mi preoccupo in modo prioritario, perché dobbiamo far capire che se vengono a mancare gli addetti ai lavori qua succede una catastrofe! Se noi non interveniamo più perché non abbiamo mezzi, perché non abbiamo più l’attrezzatura necessaria, la città diventa ingestibile, incontrollabile. Resto in contatto diretto 24 su 24 con il Comitato regionale. Il mio impegno è fatto soprattutto di coordinamento.
Com’è il suo umore? In famiglia la sostengono?
Il mio umore personale è piatto. Nel senso che sono abbastanza tranquillo e abbastanza sereno. Sono supportato dalla famiglia. Sia i miei tre figli che mia moglie Cristina capiscono benissimo quello che sto facendo. Sono molto sereno perché so di avere un compito se me lo permette un pò importante. Sono ottimista, perché questa epidemia deve passare. E può passare solo se ci sono persone che si dedicano al problema. Sono stanco, quello si, non mi rimprovero nulla. Sono determinato e stanco. L’effetto adrenalinico c’è. La scorsa notte ho dormito 4 ore, alle 4 e mezza ero già sveglio e aspettavo il sole per uscire di casa.
Quale è la provincia più disperata?
Il genovesato. Noi siamo in una oasi felice e spero che continui così. I casi stanno aumentando, quanto meno le richieste di intervento. Per correttezza dico che siamo intervenuti su persone a rischio ma poi sono risultate negativa. Come c’è stato qualche caso in cui le persone sembravano negative, e invece erano positive. Bisogna sempre stare in guardia.
Sono stato volontario anche io da giovane. Solidarietà. Magari non solo a parole. Forza, ragazzi!