Una mazzata da 1.400.000 Euro affonda le prospettive della Sinfonica di Sanremo?

di Illy Masper


SANREMO. La notizia che la Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo, abbia accumulato un debito di 1.400.000 Euro nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, non deve stupire così tanto, dal momento che era noto che la gestione amministrativa della Fondazione faceva acqua da più parti e non solo nell’ultimo periodo. Lo sapevano tutti, dentro e fuori la Fondazione, che anche la Presidenza di Maurizio Caridi era stata un errore di valutazione, tant’è che alla fine del suo incarico è stato “mandato” a casa senza tanti complimenti. Ma ormai la frittata era fatta e le conseguenze sono queste, appunto, e altre che verranno.

A suo tempo, avevamo fatto presente alcune questioni piuttosto critiche in seno alla Fondazione, al punto che abbiamo anche subito una querela (senza conseguenze), perché anticipavamo, magari in maniera troppo diretta, defezioni amministrative oltre che fasi organizzative poco chiare, e adesso queste ragioni stanno uscendo alla luce del sole – e a caro prezzo. Di fatto, oggi, la Fondazione gestisce non più una grande Orchestra Sinfonica, ma poco più che un’ensamble di una trentina di professori che, seppur qualificati, non restituisce quel dovuto prestigio ad una città che non è più in grado di mantenere una Sinfonica come Dio comanda.

I tempi sono cambiati e le Sinfoniche pubbliche stanno scomparendo nelle grandi città e allora come può pretendere la piccola Sanremo di farsi carico di un esborso simile? Alcuni professori non vedono l’ora di andarsene in pensione, altri cercano di andar via da Sanremo, altri si adattano a partecipazioni artistiche extra per far quadrare i magri bilanci familiari. A tutto questo aggiungiamo un’inadatta gestione pubblica, perché fa un mestiere che non è il suo; se poi il Sindaco piazza qualche uomo (o qualche donna) sbagliato nei posti giusti, il resto vien da sé. Non è il caso dell’ultima nomina, ma i miracoli non potrà farli nemmeno questo bravo presidente che lavora gratis. E se poi si aggiunge che la Fondazione si è fatta anche carico di gestire lo sconsolante concorso canoro di Area Sanremo, allora è proprio come andare a cercarsele, le rogne.

E allora quali possono essere le alternative? Esserci, ci sono, basta avere la volontà e le capacità di cercarle nel posto giusto e una volta trovate metterle in pratica; quanto al concorso Area Sanremo, il Comune farebbe cosa saggia a cederlo alla Rai — sempre che lo voglia — e in caso contrario affidarlo a Privati, che diano credibili quanto comprovate garanzie professionali.