Staffetta Berlusconi-Toti (con Mara Carfagna) e Claudio Scajola alla Regione nel maggio 2020?

GENOVA. Se questa non è fantapolitica, poco ci manca. Le voci di corridoio di fine giugno nella capitale ligure dicono che il Governatore della Liguria Giovanni Toti dovrebbe prendere in mano quello che resta di Forza Italia (che ha un 8%), poi “Marcia su Roma” e, alle prossime elezioni regionali liguri del 2020, dovrebbe consegnare Piazza De Ferrari al suo amico-nemico Claudio Scajola, sindaco di Imperia che non finisce mai di stupire. 
È Berlusconi a suggerire quest’ipotesi, ma cosa succederà il 7 luglio al congresso di Forza Italia? I sondaggi dicono che il Governatore Toti potrebbe essere funzionale al partito del Cavaliere perché raggiungerebbe, con lui, il 12%; da parte sua invece Scajola punterebbe alla regione come fine carriera. Tra l’altro, pare che il cambio al vertice di Forza Italia potrebbe fermare la rapida emorragia di consensi che in breve tempo avrebbe portato alla consunzione degli azzurri, e sarebbe propedeutico ad un difficile tentativo di rilancio. 
Con la cooptazione di Toti, Berlusconi, se tutto va come vuole lui, potrebbe evitare che Forza Italia si spezzi, perdendo ulteriormente quota, trasformando così la partita da lotta per la sopravvivenza a battaglia per il rilancio. Anche il Governatore ligure ha tutto da guadagnare: se Toti resta in azzurro può essere un candidato autorevole alla successione del Cavaliere e non è detto che possa raccogliere solo macerie. Inoltre, in questo modo, tra Genova e Imperia potrebbe tornare la pace. 
La conversazione adesso si sposta all’intero scenario politico nazionale: quanto durerà Matteo Salvini? E gli conviene andare al voto o è meglio attendere? E Berlusconi è convinto della situazione Toti? Domande che si pongono gli italiani (non molti), ma sono gli ingredienti di un ipotetico successo, reale, immaginario, simbolico. 
Torniamo in Regione: Toti, furbescamente, si faceva vedere in Lega con Matteo Salvini, mentre tramava contro FI e adesso, se dovesse chiudere con il Cavaliere, come la metterebbe con Salvini, che un pensierino su di lui lo aveva fatto? 
Certo il simbolismo del buon Matteo è tutt’altra questione: ha dato forza all’elettorato di centro destra (Toti non potrebbe permetterselo). Lo ha fatto sfidando luoghi comuni e attraverso una comunicazione scientifica; dialoga con la pancia dell’elettore e arriva alla testa con efficacia più di quanto non lo sappia fare l’opposizione. 
Secondo i sondaggi il ribasso delle tasse sarebbe un tema spendibile per rompere: la questione è come presentarsi. Solo con la Lega o in un’alleanza allargata a tutto il centrodestra, specie ora che Forza Italia rafforza la propria componente filo-leghista con la promozione di Toti e Mara Carfagna (?). La corsa solitaria per la Lega sarebbe molto possibile, perché trionferebbe in quasi tutti i collegi del Nord e in un numero rilevante anche con quelli del Centro: al Sud la sfida è aperta, ma da quella parte però qualcosa potrebbe arrivare. Certo, l’operazione presenta dei rischi e il gioco potrebbe non valere la candela, visto che un centrodestra unito avrebbe maggiori possibilità di vittoria. Ora, peró, aspettiamo i risultati del congresso del 7 luglio.

Ilio Masprone