Siamo andati a vedere lo street food fest di Riva Ligure: fino a domani musica e cibo dal mondo.

L’ AICI – Associazione Italiana Cuochi Itineranti organizza lo Street food fest a Riva Ligure, un evento enogastronomico per adulti e bambini

di Tiziana Pavone

Dopo i venti dei giorni scorsi, l’aria è pulita e il mare turchino: una cornice ideale per scarrozzare sull’Aurelia o in bici sulla ciclabile. C’è voglia di dimenticare il lock down e di ricordarsi come eravamo fino a due anni fa. Scopriamo così che la stagione delle sagre è appena cominciata e uno dei primi appuntamenti è nel Comune di Riva Ligure. I food track sono pochi, la maggior parte degli espositori ha le famose bancarelle. Uno dei più in vista, molto grande, è dedicato alle carni toscane, cotte alla brace. I cuochi sembrano dei simpatici bischeri, ben ancorati ai bracieri fumanti mentre ci mostrano a mani tese gli spiedini di carne mista. Ci raccontano che c’è differenza, tra la chianina e la valona. La prima è una mucca che ha partorito e la carne è meno morbida. Poi tornano a controllare la brace, perché il processo di cottura deve essere perfetto. Certo, non è un posto per vegani. Ma chi vuole farsi i muscoli, una passeggiatina da queste parti se la farà volentieri.

Passeggiamo ancora tra pastelle, immancabili fritti, dolci siciliani esposti su vassoi da alta pasticceria. Molti espositori pur arrivando dal Piemonte sono di origine extraeuropea. Nel corridoio centrale ci sono i banchi per mangiare da seduti, tra birre alla spina e leccornie sparse a destra e a sinistra, con un occhio lungomare. La spiaggia con la sabbia è a un soffio dall’area espositiva e se non fosse per i tanti bagnanti già presenti e felici sotto al sole, sarebbe da gustare qualche piatto sotto le foglie degli alberi solleticati dal vento.

Subito salta all’occhio Il banco più originale. Quello di una vecchia Fiat 500, che il proprietario ha recuperato togliendo il motore e trasformandola in un mini bar. Sopra, la splendida Sofia, che oltre ad arrotondare, partecipando ai mercatini dedicati al wine&food , si è appena laureata in Scienza della Comunicazione e ha in serbo di proseguire l’attività di famiglia, produttrice di vino in Val D’Aosta.

Decidiamo di fermarci al banco tailandese, dove ci sono due cuoche splendide, con una storia alle spalle importante. Una storia d’amore, intendiamo. Le conosciamo di pomeriggio, prima che arrivi la grande affluenza di pubblico. E loro ci dedicano spazio, giusto il tempo di ricordare da dove erano partite tanti anni fa, quando si innamorarono di due italiani in vacanza che vollero sposarle e portarle in Italia. Sara era una danzatrice di teatro e oggi in Italia vende cibo tipico tailandese insieme al marito, percorrendo la trip road delle fiere enogastronomiche sparse per l’Italia. Della sua gioventù e del suo Paese porta il ricordo dipinto sul tessuto che fa da sfondo al banco e ritrae la ballerina che era. A lei piace ancora ballare e ci racconta felice che in serata ci sarà anche la musica. Ci lascia con un pensiero allegro verso sua figlia, che ci racconta, si trova adesso in Spagna a studiare, perché è bello, girare il mondo occupati a fare qualcosa.

Prendiamo un piatto di assaggio con dentro gamberoni, involtini, pollo impanato, salse agrodolci e verdurine al naturale. Abbiamo anche uno stecchino per infilzare tutto e bagnare nella salsa rosa corallo. Il piatto è di 10 euro e se li merita tutti.

Sara con Renata, la cuoca di origine albanese che ci ha accompagnati lungo il percorso.

Torniamo verso il parcheggio, che sì, l’avevamo trovato. E anche lungomare! Ma per arrivarci ripassiamo davanti al banco dei taralli: impressionante, la grande scelta che c’è, tra piccole misure e grandi dimensioni, in ogni colore. Dolci e salati. Chiedendo, si può avere un mix di tutto? Certo che sì. E allora ci concediamo un’altra tappa. L’assaggio convince, inutile dirlo, avviandoci più che verso la via del parcheggio, verso una inevitabile strada peccaminosa. Ma il diario non sarebbe onesto, se finisse qui. In confidenza, confessiamo che ci siamo fermati anche al banco d’ingresso. Si potrebbe mai stare fermi a guardare senza comprare quei bei dolci alla ricotta? Ebbene, è Pasqua. L’abbiamo fatto. Salutiamo tutti dopo aver fatto due scatti e ripartiamo, riponendo silente fiducia nella stagione delle riaperture.