SANREMO 2018: IL BRANO DI META MORO NON È PLAGIO. UNA PECCA NEL REGOLAMENTO – L’AVVOCATO TRAMACERE DIXIT

Sanremo 2018 incandescente in queste ore, dato che tutti i giornali parlano di plagio riferendosi al brano in gara del duo Moro – Meta.

di Tiziana Pavone

Casa SIAE incontriamo l’avvocato Giorgio Tramacere che ci svela a sorpresa una pecca sul regolamento.

Per la cronaca, il regolamento di Sanremo è stato cambiato diverse volte dalla Rai. Certo, al passo col tempo. Prima non c’era il problema “personaggio”, visto che tutto iniziò con tre interpreti, che cantavano tutto il repertorio in gara. Contava la voce. Poi è arrivata la combinazione magica del successo: bella canzone + bella voce + bel personaggio. E per bel personaggio, in televisione, si intende bella presenza fisica, telegenia. Così, il regolamento ha introdotto la necessità in fase di iscrizione di presentare, in aggiunta al resto, anche un video. Dopo la vittoria di Cristicchi (Ti regalerò una rosa) si chiude un’epoca e si apre l’era dei talent. Le case discografiche abbandonano remore e si interessano al fenomeno. Cominciano a vincere ragazzi che non fanno gavetta nella sezione giovani, ma arrivano direttamente dalla concorrenza di Amici della De Filippi. Arrivano già famosi. Marco Carta, Emma Marrone domineranno l’Ariston. Con l’invasione dei talent si parla non più di canzoni inedite, ma di canzoni nuove.

Questa sera la Hunziker ha confermato dal palco la sospensione di Moro e Meta, “per una questione di correttezza”, mentre parecchi avvocati si stanno dando da fare “per tutti gli accertamenti del caso”. Oggi invece i Tg della Rai davano per certa la partecipazione del duo.

E’ strano, questo Sanremo. Ha problemi tra Comune e artisti di strada, con un regolamento in parte da rifare. E ha la televisione di Stato che ha problemi coi cantanti in gara, per un regolamento in parte da rifare (nella sezione sui requisiti delle canzoni ammesse in gara c’è ambiguità tra il concetto di stralcio e di campionatura). Proprio mentre Baglioni ha eliminato, per la prima volta nella storia del Festival, la gara.

Non si capisce se saranno eliminate le gare o i cantanti in gara. Battuta a parte, noi una nostra idea ce la siamo fatta. La parola passa all’avvocato Tramacere, presente ogni anno a Sanremo dietro le quinte.

INTERVISTA AVV. TRAMACERE A SANREMO 2018

Nel caso Meta-Moro sono piovute accuse di plagio. Cosa ne pensi? E’ davvero un plagio?

Sul momento quando l’altra notte mi hanno segnalato il caso, confesso che, ascoltato il brano in concorso “Non mi Avete Fatto Niente” e il preesistente “Silenzio”, non avevo avuto dubbi sulla sussistenza plagio, perché i due ritornelli sono assolutamente identici, sia nella parte musicale che nella parte letteraria. Quando invece ho saputo che l’unico autore del brano preesistente “Silenzio” è uno dei coautori del brano di Meta e Moro, la mia valutazione è cambiata completamente perché il plagio non può esserci, nonostante quanto venga riportato dai giornali e dalle televisioni. E’ necessario chiarire che il plagio musicale si può definire come la riproduzione, totale o parziale, di un’opera da parte di un autore, che fa passare per propria un’opera frutto del lavoro altrui. In altre parole l’autore dell’opera plagiaria inserisce nella propria canzone il lavoro creativo altrui vantandolo come proprio e originale. Quindi affinché vi sia plagio è necessaria un’attività di usurpazione della paternità dell’opera dell’ingegno altrui. In altre parole, se non c’è il requisito dell’altruità, non può esserci il plagio. Se l’opera è già mia e ne utilizzo una parte per inserirla in un’altra opera, non pongo in essere alcun plagio.

Allora affinché vi sia plagio è necessario che gli autori del primo brano siano diversi dagli autori del secondo brano.

Esattamente. Sarebbe come ipotizzare un “auto furto” o un “auto rapina”. Se la cosa è già mia è evidente che non posso porre in essere alcuna sottrazione, né alcuna usurpazione. Quindi, qui non c’è nessun plagio. Si tratterà soltanto di verificare se questa condotta sia conforme o meno al regolamento del Festival.

Come è possibile che una canzone in gara del Festival abbia il medesimo ritornello di un’altra canzone preesistente?

In effetti il caso è molto singolare e non penso che si sia già verificato in precedenza con queste modalità. Qui si tratta di un ritornello di un brano già pubblicato e già fruito dal pubblico che è stato inserito dal medesimo autore in un’altra propria opera di cui è coautore. Il ritornello è sicuramente l’elemento che caratterizza un brano rispetto ad un altro. E’ quella parte della canzone di cui chiunque si “appropria” e che fa propria: ciò che possiamo canticchiare, fischiettare sotto la doccia è sempre il ritornello. Il ritornello è infatti la parte più cantabile di una canzone ed è quello che maggiormente contraddistingue un brano rispetto ad un altro. Quindi la trasposizione del ritornello da una canzone all’altra, fa sicuramente venir meno il requisito di originalità e di creatività e quindi di novità del secondo brano. Tuttavia il regolamento del Festival specifica quali siano i requisiti per l’ammissione di una canzone al concorso enucleando una definizione propria del concetto di canzone nuova.

Ma la canzone per essere ammessa non dovrebbe essere inedita?

Uno dei requisiti fondamentali per l’ammissione della canzone al Festival fino al 2008 era che la canzone fosse inedita. Dal 2009 il requisito dell’inedito è stato sostituito con quello di “canzone nuova”, ma la disciplina è rimasta sostanzialmente la stessa. Per il regolamento, per canzone nuova si intende: “la canzone che, nell’insieme della sua composizione o nella sola parte musicale o nel solo testo letterario (fatte salve per quest’ultimo eventuali iniziative editoriali debitamente autorizzate), non sia già stata pubblicata e/o fruita, anche se a scopo gratuito, da un pubblico presente o lontano, o eseguita o interpretata dal vivo alla presenza di pubblico presente o lontano”. Poi il regolamento specifica in quali casi il brano possa considerarsi comunque nuovo e, in particolare, precisa che la caratteristica di canzone nuova sussiste anche “nell’eventualità di utilizzo di stralci “campionati”  di canzoni già edite, sempre che questi  – nel totale – non superino un terzo della canzone “nuova” stessa”.  Questa norma, seppur non chiarissima, permette agli autori di utilizzare porzioni (campionate) di brani preesistenti, purché tali porzioni non superino un terzo della durata della canzone.

Quindi è tutto regolare per Meta e Moro?

Sicuramente non c’è plagio. Tuttavia un’anomalia c’è. Infatti, interpretando letteralmente il regolamento, chi vorrebbe considerare il brano in concorso “canzone nuova” perché lo stralcio utilizzato di “Silenzio” è inferiore ad un terzo della durata del brano in concorso, trova un evidente ostacolo nell’esplicito riferimento della norma a stralci solo “campionati”. Quindi per considerare nuova la canzone in concorso, è evidente che debba interpretarsi in senso estensivo e non tassativo ed esclusivamente tecnico il riferimento agli “stralci campionati”, comprendendo anche stralci di brani già editi completamente risuonati e non campionati. Concludendo, poiché la norma, peraltro di non scarsa importanza, è quantomeno poco chiara, auspicherei che il nuovo regolamento venisse integrato per evitare il rischio di diverse interpretazioni e applicazioni. Ovviamente ogni decisione sarà rimessa alla Direzione di Rai Uno. Personalmente non escluderei il brano dal Festival.