Rinominare il CDA della Fondazione Orchestra Sinfonica per esigenza culturale. Un parolone…

Rinominare il CDA della Fondazione Orchestra Sinfonica, prima di tutto un’esigenza culturale: troppo difficile questa parola?
Gli uomini (o le donne) si possono cambiare, i soldi trovare e il sindacato deve farsi un esame di coscienza, se è in buona fede: poca disponibilità al cambiamento?

SANREMO. Grandi mutamenti in vista, dopo le elezioni amministrative del maggio scorso, da parte del rinominato Sindaco Alberto Biancheri che sta pensando a rinnovare i vertici della casa da gioco, dell’Amaie e della Fondazione Orchestra Sinfonica, nodo cruciale per un’attività socio-culturale messa molto spesso a rischio per mancanza di chiarezza, ma anche per scarsa competenza. A noi sta particolarmente a cuore creare le premesse di una continuità per questa Sinfonica, o quello che ne rimane, perché un’Orchestra si dice Sinfonica se ha almeno 54 professori, e non poco più di una ventina come quelli di oggi. 
Si è arrivati a queste drammatiche condizioni per almeno tre motivi: mancanza di fondi; incapacità gestionale con scelte sbagliate; lo strapotere di un sindacato che non si rende conto (o non vuole, meglio) che il mondo sia decisamente cambiato. Fatto sta che a tutt’oggi mancano queste prerogative e nel momento in cui il Sindaco deve prendere la decisione di nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione di questa Fondazione, rifletta sui risultati passati, sulle persone che ha avuto, o che potrebbe avere, a disposizione, sempre che abbia a cuore questa faccenda. 
Occorrono nuovi fondi? Basta cercarli dove ci sono, e se non fosse in grado di farlo un Comune dal nome “prestigioso” come Sanremo, allora siamo messi davvero male. Perché il Sindaco non dà mandato a qualche Santo in Paradiso, a questi punti: magari provvede lui a risolvere questi e altri problemi interni alla Fondazione, non ultimo lo sconquasso del concorso Area Sanremo, Tour (da cancellare definitivamente). 
La gestione amministrativa e artistica di un’azienda è fatta, comunque, da uomini e donne: non sarebbe più opportuno, visti i loro risultati, mettere un punto fermo e cambiare decisamente questi uomini o queste donne? E poi ripartire da quasi zero? 
Passiamo al sindacato: la triade al potere se ne faccia una ragione, perché tutelare una vera Sinfonica è una cosa importante e corretta, mentre gestire un ensamble è tutta un’altra, molto più modesta, questione.
Infine, la fondamentale questione disponibilità, che non è purtroppo prerogativa di alcuni musicisti e dello stesso sindacato, che mette a repentaglio qualche esecuzione (nonostante vada riconosciuto che, artisticamente, i nostri professori siano molto preparati). 
Un azzeramento e pronti per ripartire davvero da zero, sarebbe la cosa più sensata da fare: ma c’è la volontà di cambiare o tutto deve rimanere “come prima e peggio di prima?”.

Ilio Masprone