“Mascagnana”: Pietro Mascagni a Sanremo nel 1934.

Un Premio per ricordare il grande Maestro ´´sanremese´´?

di Marzia Taruffi

. Le note si spandono dalla sua stanza all’intero albergo. Si fanno musica che sfiorano le tende, gli antichi affreschi, le mille gocce di lampadari senza età. Si preparano a divenire sinfonia, opera, quella che da Sanremo arriverà in tutta Europa. Il maestro compone. Il sigaro appoggiato vicino, come quando si impegna nelle sue estenuanti partite a scopone. Nel retro della farmacia del suo amico Adolfo, con il fumo che rende opache anche le carte e l’adrenalina delle carte, che si frange con le risate di compagni unite da antiche bevute e altrettante focose disfide all’ultimo “piatto”. E poi il Casinò di Sanremo con le sue “prime”. Il Maestro sale sul podio ed è già uno scroscio di applausi. Il pubblico che vibra, l’orchestra pronta, i cori che devono solo attendere un suo gesto: la sinfonia diventa realtà e tutto il resto si perde. Anche lui si scompone in mille gesti segue quelle note che ha composto e che conosce una dopo l’altra e che rappresentano la sua arte, la sua visione di mondo, il suo essere a Sanremo come centro di una dimensione che altri luoghi non gli danno. Tutto questo emerge con forza dalle foto e dai diari raccontati del Maestro Pietro Mascagni, che ha unito molte delle sue pagine di vita ad una città che era per lui anche “casa”. Spesso lo si trovava nell’ufficio di Luigi De Santis, il gestore il mecenate della Casa da Gioco, intento a consigliarlo sui prossimi eventi. Comodamente seduto nel suo salottino attendendo gli altri per l’ennesima partita, e poi la cena di Gala. Attimi che scandivano una giornata di operosità al pianoforte, con gli spartiti riempiti di note ora dopo ora. Pietro Mascagni si aprí in un’intervista a Luigi Chiarelli, nell’aprile del 1934 a Sanremo, intervista riportata nella Rivista Illustrata d’Arte, Sport e Turismo che si chiamava “San Remo”, con la copertina rossa e nera, per ricordare i giochi del Casinò, un’altra creazione di quegli anni dell´intelligente gestore Luigi De Santis. Scriveva: ”Sono le nove e mezza di sera, e lui è a tavola: una tavola rotonda posta in un angolo del restaurant del Casinò Municipale. Sono intorno alla stessa tavola Donna Lina Mascagni, il poeta Targioni Tozzetti. ´´A quest’ora si pranza? Così tardi? Pranza? Chi Pranza? Io faccio la colazione¨. Infatti ha lavorato da mezzogiorno alle sette come tutti i giorni. Si è fatto portare in albergo un pianoforte sistemato davanti alla vetrata e ogni giorno lavorava senza orari stabiliti. “Dalla finestra spalancata entrava il profumo dei fiori ubriachi di sole, del sole d’aprile, portato su dall’immenso respiro del mare” (Luigi Chiaretti). Il cameriere serve “la colazione” a Pietro Mascagni, impegnato nell’opera Nerone. Spaghetti sui quali Mascagni scioglie un uovo crudo e versa alcune spirali di olio d’oliva. Poi il cameriere taglia il formaggio. E Mascagni: ” Basso. Bassissimo: chi vi ha insegnato a far cadere il formaggio dall’alto? Bassissimo e lentamente. Scriverò un trattatello sull’arte di mettere il formaggio su gli spaghetti.” Piccole scene di vita quotidiana come le sfide a scopone con gli amici, sfide che portarono a creare il primo Campionato Nazionale di Scopone che si svolse nel Casinò che vide come patron proprio il grande compositore. Alla domanda “Quanti anni ha maestro?” Risponde:” Fra sette anni celebrerò le nozze d’oro di Cavalleria Rusticana… intendendo dire che vivo per Opere, non per giorni. L’anno del Fritz, dell’Iris, dell’Isabeau e poi l’anno del Nerone. Così, con un’opera in più, l’età sua s’accresce in potenza… Pietro Mascagni è sempre lo stesso, pronto a tutto, a giocare a scopone e a salire sul podio direttoriale, a raccontare aneddoti e a sedere davanti al pianoforte, ad attaccare e poi a riconciliarsi con il Jazz ascoltando il sassofono di Carlini, perso da nuvole di note e del fumo del suo “toscano”. Tutto ricorda il Maestro, Pietro Mascagni, un grande uomo che la Cittá dei Fiori e della Musica dovrebbe riscoprire magari dedicandogli un Premio che accompagni i giovani verso quella sublime musica della quale Sanremo è stata e potrebbe essere ancora grande protagonista anche di questo mondo musicale, oggi un pó dimenticato.