L´Orchestra Sinfonica di Sanremo: 22 eccellenti professori di un´ Ensemble strumentale.

di Illy Masper

SANREMO. Torniamo sull’argomento di un nostro recente articolo che metteva in discussione l’appunto che l´Orchestra Sinfonica di Sanremo non si dovesse piú chiamare Sinfonica, ma semplicemente Ensemble. La quale cosa rese risentito il suo attuale Presidente Livio Emanueli, il quale si riteneva offeso e replicava all’articolo, tanto da prevedere anche una seconda azione legale. Forse Emanueli non sa che non serve essere musicisti per capire che al giorno d’oggi basta andare su Wikipedia o su qualsiasi vocabolario della lingua italiana per capire che l’uso della parola Orchestre o Orquestre, per riferirsi ad un ensemble strumentale, invece che un luogo fisico nel teatro, appare in Francia nella seconda metà del Seicento. La parola Orchestra indica genericamente l’insieme di molti strumentisti. Come istituzione, l’Orchestra è nata nei secoli XVII e XVIII in Europa ed è stata in seguito diffusa nel resto del mondo. Le attuali Orchestre di Musica Classica infatti sono formate da strumenti musicali ad arco, a fiato ed a percussione, per cui definire un Ensemble strumentale l’Orchestra della cittá di Sanremo non è assolutamente un’offesa, ma rispecchia la realtà. Se mai potremmo consigliare il CdA di non chiamarla più Sinfonica per la quale Orchestra è previsto un numero minimo di 40 Orchestrali-Professori che può superare anche i 100 elementi. Tra l´altro, nei concerti fatti nel 2020 a Sanremo, di musicisti ne abbiamo contati 22 o 23 al massimo, mai di più come facilmente riscontrabile anche nell´allegata fotografia. Ma il problema cui ci riferivamo non è tanto la denominazione in sé, quanto la gestione finanziaria e amministrativa che da molti anni non riteniamo sia piú all´altezza del suo compito socio-culturale: eliminare musicisti per far quadrare i bilanci è una ragione troppo semplicistica. Se Sanremo non è in grado di mantenere una vera Sinfonica abbia il coraggio di creare un´alternativa. E sono in molti a riconoscere questa realtá, certo pochi, dal di dentro; ma fuori assolutamente si! Cosí come non mancano nemmeno le testimonianze di ex collaboratori pronti a raccontare fatti e misfatti di una gestione sconfinante anche nel conflitto di interesse, penalmente perseguibile. Tuttavia, se si deve parlare di “colpe” della gestione Emanueli, va detto che questa sua, poco c’entra, perché l’andazzo dura da molti anni e cronologicamente, il breve periodo legato ad Emanueli ha poco a che fare con il passato. Ma bene farebbe comunque lui, a lasciare. Da qui si partiva col dire anche che nei periodi lontani piú chiarezza e soprattutto piú trasparenza sarebbe stato doveroso restituire, per l´interesse dell´unica istituzione culturale che questa cittá della musica ha come patrimonio vivente (sempre che sia in grado di mantenerla viva).