Il Festival di Sanremo, allora si chiamava Achille Togliani

“Va serenata mia,
stasera ad ascoltare
non c’è nessuno
ma lei dovunque sia
ricorderà i miei baci
ad uno ad uno…”

SANREMO. Così cantava Achille Togliani nel lontano 1951 durante la prima edizione del Festival della Musica Italiana, note di poesia che risuonavano all’interno del Salone delle Feste del Casinò di Sanremo, che poi ha ospitato varie edizioni fino al 1976: la prima al Teatro Ariston risale infatti al 1977.
In gara solamente tre artisti, oltre ad Achille Togliani, c’era Nilla Pizzi (che si è aggiudicata la prima vittoria con la sua “Grazie dei Fiori”) e il Duo Fasano, da due sorelle gemelle torinesi.

Con la presentazione del mitico Nunzio Filogamo, gli interpreti si avvicendarono con 20 canzoni in gara interpretando
anche vari duetti tra i quali “La luna si veste d’argento” canzone d’amore interpretata da Togliani e dalla Pizzi che arrivò seconda in classifica. Durante le prime edizioni il Festival di Sanremo (creato da un’idea del direttore delle pubbliche relazioni del Casinò Angelo Nicola Amato e dal conduttore radiofonico Angelo Nizza), non aveva ancora la grande considerazione arrivata negli anni successivi, non si conservano neanche molti articoli in merito ma soltanto qualche trafiletto tra le pagine locali e poche storiche foto, non vi era ancora il riconoscimento e la potenza mediatica cresciuta in seguito.

Un’altra importante differenza rispetto al presente è che i partecipanti fino alla prima metà degli anni ottanta cantavano in playback, poi con l’edizione del 1985 la grande voce di Claudio Baglioni diede il via alle canzoni dal “vivo”.
Il pubblico era seduto in vari tavolini, tra bevande, caffé e chiacchiere, si votava con delle urne fornite dalle hostess che passavano e a fine spettacolo il pubblico decideva le 5 canzoni su 10 da tenere in gara per la serata successiva, inoltre vi era solo la possibilità di ascoltarlo tramite radio, la prima edizione trasmessa in televisione fu poi nel 1955, ma solo in seconda serata e dopo un programma di varietà.

Tra i primi interpreti di quest´inizio di una lunga storia d’Amore tutta italiana, spicca notevolmente per la sua voce armoniosa e il suo fascino da divo l’interprete Achille Togliani,  la cui vita movimentata non solo l’ha reso cantante, ma anche attore in una carriera lunga cinquant’anni. Togliani nasceva a Pomponesco (provincia di Mantova) il 13 Gennaio 1924, figlio di un ingegnere aeronautico da bambino si trasferì con la famiglia a Milano dove iniziò gli studi in una scuola di ingegneria (tra i suoi compagni di banco anche Walter Chiari).

Successivamente, diplomato al centro strumentale di cinematografia, tentò la strada del cinema e iniziò a recitare intorno al 1942 nel film “Via delle cinque lune” poi, tra i molti che l’hanno reso partecipe (una filmografia lunga fino al 1959) ricordiamo anche “La Bella Addormentata” e “Domenica è sempre Domenica“.
Nel frattempo, oltre a recitare, prese parte come ospite a varie trasmissioni e nel 1950 con la sua voce calda e decisa fu
notato dal Maestro Cinico Angelini che lo volle nella sua “Orchestra della Canzone” e da lì in seguito la sua nascita di grande cantante, i suoi brani erano definiti da versi struggenti e romantici.
Il bel Togliani aveva un repertorio molto melodico, poetico, amabile, che si lasciava ascoltare dolcemente, fatto anche di
rivisitazioni importanti, tra cui la piú celebre “Parlami d’amore Mariù” appartenente ai successi degli anni Trenta con i suoi versi indimenticabili..

Parlami d’amore Mariù,
tutta la mia Vita sei tu,
gli occhi tuoi belli brillano,
come due stelle scintillano.. “

Uomo di talento e molto affascinante tra le sue fiamme Sophia Loren all’epoca conosciuta con il nome di Sofia Lazzaro, i due si incontrarono sul set di “Fotoromanzo” e conclusero dopo tre anni, ad un passo dal matrimonio, la loro bellissima storia d’amore. Rimase poi uno scapolo d’oro fino al 1975, anno in cui arrivò nella sua vita Daysi Traversari, sua moglie e madre del suo unico figlio Adelmo.
Achille partecipò poi ad un programma televisivo che all’epoca attirava molta attenzione “Un fantastico tragico venerdì” che andò in onda dal 1986 al 1987. Ma nonostante il suo grande successo, la sua versatilitá e i suoi riconoscimenti, ciò che lo rendeva speciale era la sua umiltà, il suo altruismo. Dovunque vi erano emigrati italiani, lui giungeva con il sapore di casa, a risvegliare la nostalgia e portando il calore tra le macerie della guerra.
Achille Togliani era ormai un’icona della musica internazionale, andò in Tourneè tra l’Australia, il Canada, gli Stati Uniti, poi a New York dove incontrò la spledida Marylin Monroe e con un concerto sold out conquistò anche il
cuore degli americani.

Achille tornava sempre tra le braccia della sua amata Italia con grandi sorrisi e veniva accolto da tutti con immenso affetto, addirittura quasi come una “divinità”, era un Principe Azzurro molto riservato ma dal cuore grande. Dopo aver partecipato ancora a diverse trasmissioni e film fino agli anni 90, tenne un ultimo concerto il 27 luglio 1995 a Treviso, per poi morire di arresto cardiaco a 71 anni il 12 agosto dello stesso anno a Roma, lasciandoci un bellissimo ricordo. Le sue spoglie riposano al Cimitero del Verano.
Nel ricordo di Achille Togliani è andato in onda il 9 dicembre 2022 un programma documentario, che ha raccontato la sua vita attraverso gli occhi dell’amato figlio e gli occhi di chi ha avuto la fortuna di incontrarlo, conoscerlo e lasciarci queste e altre belle testimonianze. Un viaggio nel tempo con la nascita di radici così forti che possiamo toccare, rivivere ancora oggi attraverso i suoi versi..
“Signorinella Pallida Dolce dirimpettaia del quinto piano, Non v’è una notte c’hio non sogni Napoli E son vent’anni che ne sto lontano…”

Le sue non erano solo canzoni, ma vere dediche d’amore.

Achille Togliani è stata la prova esistente che non servono grandi immagini inedite, video o moltomateriale scritto per rivivere nel ricordo di un tempo che possiamo sentire
vicino, in cui ha donato magia attraverso la musica. Da quel lontano 1951 siamo giunti alla 73 esima edizione del Festival di Sanremo, di quello cheormai è diventato uno specchio della realtà, un motivo di unione, una fonte di allegria anche nei momenti bui. Perché il Festival non è solo musica, lega come colla i ricordi, le emozioni, i legami: è una sorta di musica dell’anima, un pó di storia di ognuno di noi, dei nostri stati d’animo.

Il Festival é una generazione tramandata che non vogliamo smettere di ascoltare, di seguire, di amarlo.