Il doppio ruolo del bravo Amadeus che entra nella Fossa dei Leoni della musica italiana

E l’impresario Lucio Presta (nella foto) colpisce ancora e torna trionfante a Sanremo.

SANREMO. Era il mese di maggio quando, per la prima volta, il Ponente annunciava che il presentatore del Festival n°70 sarebbe stato proprio lui: Amadeus. E non perché siamo indovini, ma perché siamo soliti stare molto attenti anche alle mezze frasi di funzionari e dirigenti della televisione di Stato i quali, quando parlano al telefono tra loro, non sanno chi può starli ad ascoltare, magari involontariamente. Ed è così che nel passato Festival, in Sala Stampa all’Ariston, uno di questi autorevoli personaggi romani (vice direttore!) nel corso di una telefonata ebbe a dire: “Stai tranquillo che Amadeus l’anno prossimo lo portiamo a Sanremo, i sondaggi interni lo danno come il conduttore ideale per il Festival del 2020”. Sarebbe stato interessante capire chi ci fosse dall’altra parte del cellulare, ma doveva essere uno molto interessato.

Comunque, detto fatto, nel maggio scorso, nella prima edizione del nostro giornale cartaceo (ma lo dicevamo già anche nel quotidiano online), davamo questa notizia, poi confermata da tutti gli altri, ma sei mesi dopo. L’arrivo a Sanremo del bravo presentatore, che ha vinto anche la seconda battaglia ottenendo l’altro ruolo di Direttore Artistico, non deve tuttavia lasciar intendere che per lui potrà essere un percorso facile: il Festival di Sanremo è un meccanismo infernale, pronto a sbranare chiunque. Tanto più che la prossima edizione festeggia un anniversario piuttosto importante: settant’anni dalla sua nascita!

Il suo ingresso nella fossa dei Leoni della musica italiana, e del Festival di Sanremo in particolare, non sarà la semplice passeggiata di tutti i giorni e Amadeus non avrà certo vita facile. Innanzitutto perché il mondo discografico di casa nostra è nelle mani di un manipolo di “gente per bene” che la Rai non ha alcun interesse a mettersi contro: seppur non venda più dischi, questo settore ha sempre molta rilevanza, sopratutto per i tanti passaggi televisivi che offre. Il mondo della musica italiana è anche questo. Poi ci sono gli Impresari. Altra categoria alla quale bisogna stare molto attenti. In particolare, a quelli che hanno stretti rapporti con le televisioni più importanti (nella foto, l’impresario Lucio Presta). E vale lo stesso per le agguerrite Radio Private (quelle della Rai non pongono grossi problemi) che non vogliono essere tagliate fuori dal gioco sanremese, tanto da imporsi, nei confronti degli artisti più famosi, non solo durante il Sanremo Festival, ma per tutto l’anno.

Gli interessi sul Festival li pretendono tutti: dopo 30 anni di esperienza sul campo abbiamo, ogni anno e sempre più, la matematica certezza che Sanremo sia solo un business per pochi eletti e che in buona sostanza sono sempre gli stessi a giocarsi la palla della musica pop. Gli artisti possono passare, ma gli addetti ai lavori sono sempre gli stessi. Per cui chiunque presenti Sanremo o lo diriga, deve passare da queste brave persone e deve assolutamente cercare di accontentarle il più possibile. Sanremo è un modo per stringere nuove e sane amicizie, ma è anche la maniera per attirarsi tantissime inimicizie che purtroppo arriveranno e il gentile Amadeus dovrà dimostrare a se stesso e agli altri di sapersi tirar fuori da questi guai. Ha voluto la palla (o chi per lui) e la Rai gliel’ha data anche volentieri. Così si é tirata fuori dai fastidi e saprà con chi prendersela se le cose non dovessero andare per il verso giusto.

Poi c’è la Stampa, quella sincera e onesta, quella viziata, quella coccolata in molte maniere, quella disponibile e aperta al business, e quella che si crede autonoma, ma che autonoma non è perché il mondo della comunicazione di casa nostra ha regole precise, sovente non scritte. Quindi il buon (e a noi molto simpatico) Amadeus sarà sostenuto da questa categoria?

Un’altra questione sarà la scelta dei cantanti, degli ospiti italiani, stranieri, altra fase importante. Dovrà sbrigarsela da solo? No, questo non lo crediamo affatto, la Rai non gli consentirà di agire in totale autonomia: 70 anni di Festival sono importanti, ma sarà anche l’occasione per portare a Sanremo tutte quelle persone, artisti, cantanti o personaggi che hanno fatto la storia del Festival. In questo senso il compito sarà più facile perché certo saranno molti a venire all’Ariston solo per il piacere di esserci. E anche perché certe ospitate non costeranno molto alla Rai, che potrà invitare anche a costo zero, o quasi.

Infine, le canzoni. Già! Perché il Festival di Sanremo è fatto anche di canzoni. Chi le sceglierà? Amadeus? Una qualunque Commissione di Esperti composta da illustri indifferenti al problema? Questo è un altro paradigma sanremese: la scelta delle canzoni dei Big e la presenza dei Giovani. Un guaio che non ha confini, ma ha molti padrini, anche politici. Una storia infinita che ha tempi lontani e che dura tutt’ora. Un politico che telefona in Viale Mazzini per dare indicazioni; un impresario che tenta di imporsi anche in maniera poco ortodossa; le case discografiche che programmano il futuro dei loro artisti e pretendono certezze. Non mancano nemmeno gli amici degli amici, i compagni di lavoro. Ma anche qualche ingenuo sconosciuto che incontri per strada, fuori dai cancelli della Rai, al Bar Nanni. Insomma le strade sono tutte aperte e le possibilità sono mille. Ma a Sanremo ne arrivano si e no una trentina: da qui la difficile scelta.

Il Festival di Sanremo compie 70 anni e tocca al bravo Amadeus (che sosterremo sicuramente) condurre questo giocattolone più grande di lui. A febbraio si porterà dietro la sua famiglia (glielo consigliamo) che lo sosterrà nei momenti un po’ difficili che ovviamente ci saranno, ma che Amadeus saprà gestire in maniera intelligente. Come fece molto bene già il suo amico Carlo Conti.

Alla fine il Festival andrà bene, certo. Sanremo ancora una volta ne uscirà gioiosa ed avrà i risultati che in parte (minima) merita. Il Sindaco Alberto Biancheri sarà soddisfatto e potrà tornare ai sui affari per la durata del suo secondo ed ultimo mandato. La Rai porterà a casa un altro successo editoriale, tanti soldi. E speranze per il futuro di questo evento grandioso grazie al quale però in pochi, e sempre i soliti, ne godranno. Ma Sanremo, piaccia o non piaccia, è anche questo.